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"Oggi è il giorno più bello della mia vita, perchè mi sento più vicino a Gesù, perseguitato e crocifisso". È il 23 gennaio del 2006. Padre Fedele ha appena lasciato la Questura di Cosenza con in mano la sua croce: un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Ai fianchi del religioso due agenti della Squadra Mobile, che lo accompagnano nel vicino carcere "Cosmai". L'accusa fa sobbalzare tutti: violenza sessuale ai danni di una suora siciliana, sua ex collaboratrice. L'aveva detto pochi giorni prima sulle scale del tribunale di Cosenza, un ispettore della Squadra Mobile: "Fra poco esploderà una bomba". E il botto, quel 23 gennaio, echeggia forte in tutta Italia. "Quel peccato, dice e continuerà a sostenere il frate, né l'ho fatto, né l'ho pensato. Sono vittima di un complotto". Nell'ordinanza c'è scritto anche il nome di una seconda persona. Si tratta del quarantenne Antonio Gaudio, segretario dell'Oasi Francescana, che viene sottoposto agli arresti domiciliari. Il 6 luglio del 2011, dopo innumerevoli colpi di scena e ipotesi di complotto, ecco la sentenza...